lunedì 1 dicembre 2014

Mtima pa mwamba! (In alto i cuori!)



Non so esprimere a parole quanta vita sia trascorsa in quei 30 minuti in cui sono stata spettatrice incantata di abbracci autentici ed infiniti che hanno fatto di Barbara, Alessandro ed Aghi una cosa sola. In pochi istanti 1000 immagini sono passate davanti a me una dietro l'altra come in un film : tante fatiche, tante lacrime, tanti soldi, tante attese, tante preghiere, tanti ricordi e oggi 14/11/2014, tutto sembra acquistare un senso ed un valore che superano di gran lunga le difficoltà e i disagi incontrati...
La storia della piccola Agness mi aiuterà a guardare avanti con fiducia ricordando che c'e' un disegno molto piùgrande di quello riguardante le nostre vite personali, un disegno di cui spesso non riusciamo a capire la trama ma che a tempo debito acquista significato e ci consente di guardare più in la del nostro naso per scoprire più larghi orizzonti e respirare un po' d'infinito...
Cosi' e' stato con Agness... : una piccola orfana del Malawi che, oltre ad aver perso la madre poco dopo la nascita, ha anche avuto la sfortuna di soffrire ed essere in pericolo di vita per una anomalia cardiaca, la tetralogia di Fallot, in un paese come il Malawi in cui non esiste nemmeno un cardiologo.
Sento ancora, come fosse ora, quella sensazione di forte malessere provata di fronte alla richiesta di Rita di accompagnare in Italia la piccola Agness cosi' che al Gaslini di Genova potesse essere operata; il primo impulso era stato quello di rifiutare subito un tale compito dato che bruciava ancora ( e brucia tutt'ora ) la ferita lasciatami da Mussa, un ragazzino malawiano di 12 anni che, qualche anno prima, per un grave problema cardiaco, avevo portato per ben 3 volte sino in Kenya perchè fosse operato da un equipe inglese di cardiochirurghi : l'intervento era andato bene ma, come si suol dire, il paziente era morto. Le giornate di disperazione vissute in solitudine nella rianimazione dell'ospedale Mother di Nairobi, dove Mussa lottava fra la vita e la morte, cosi' come il ritorno a Chiumbangame, villaggio di Mussa, non con lui ma con la bara contenente la sua salma, sono immagini che mai più riuscirò a cancellare e che mi accompagneranno per tutta la vita; da qui la promessa fatta a me stessa di mai piu' assumermi in futuro una tale responsabilità. Ciononostante di fronte a me c'erano una bimba di pochi mesi che faticava a respirare e...Rita che, in quel periodo, mi stava aiutando ospitandomi nella sua casa dei volontari... : pertanto, con in braccio Agness che invece dei suoi 9 mesi ne dimostrava 3, mi sono ritrovata sull'aereo con un misto di agitazione e paura..., sentimenti che hanno raggiunto il culmine quando, in Etiopia, non ci e' stato consentito proseguire il viaggio per l'Italia a causa del mancato visto.
Ricordo molto bene il sorriso luminoso che Agness mi aveva regalato quando, sfinita dalla stanchezza, l'avevo finalmente appoggiata su quel grande e sciccoso letto matrimoniale dell'albergo di Addis Abeba, in attesa del volo che il mattino seguente ci avrebbe rimpatriato in Malawi.
Ricordo altrettanto bene lo stress di quella settimana di viaggi Namwera-Lilongwe Lilongwe-Namwera, con l'intento di ottenere il piu' presto possibile quel benedetto visto senza il quale Agness mai avrebbe potuto entrare in Italia : in quel frangente mi avevano particolarmente impressionata la tenacia, la perseveranza, la resistenza, la forza di volonta' dimostrate da Rita, disposta davvero ad ogni sacrificio per il bene di quella bimba; e poi...rieccoci di nuovo sull'aereo, questa volta con tutti i documenti in regola... 
La piccola, con la sua storia, aveva in poco tempo fatto innamorare di se' il mondo intero : tantissime infatti le persone desiderose di conoscerla e tante quelle che si sono prodigate ad aiutarla nei modi piu' diversi.
La convivenza con Aghi al Gaslini e' stata un'esperienza che mai dimenticherò: per la prima volta in vita mia il mondo era chiuso in una stanza e per di più d'ospedale...(benché per renderla più accogliente l'avessi arredata con le foto della vita del Malawi...). Per 3 mesi nella testa e nel cuore non c'e' stato spazio per nessuno e niente altro..., tutto era in funzione di quell'esserino per il quale, fra l'altro, ero diventata l'unico riferimento : i suoi occhi mi seguivano senza perdermi di vista un solo istante...ed io che in un tale contesto pensavo sarei "soffocata" mi ci trovavo invece a mio agio.
La sintonia ed il profondo legame creatisi fra me ed Agness sono stati poi arricchiti dalla stupenda presenza di Barbara ed Alessandro che, dal momento in cui sono entrati nelle nostre vite, non ci hanno più abbandonate; sono loro che quotidianamente ci facevano visita in ospedale, loro che ci avevano ospitato nella loro casa dopo le ultime dimissioni, loro che hanno saputo essermi accanto quando, poco dopo il primo intervento, Agness ha dovuto essere rioperata d'urgenza per la seconda volta a causa di una grave infezione.
Quei giorni sono stati in assoluto i più duri... : la mia testa sembrava non funzionare più, le lacrime continuavano ad uscire senza sosta e davanti ai miei occhi scorrevano in continuo e si mischiavano le immagini della rianimazione di Nairobi e quelle della camera operatoria del Gaslini, riaperta d'urgenza, nel primo pomeriggio, apposta per Agness.
Il livello di disperazione raggiunto in quelle giornate rimarrà un'intima confidenza fra me e...il mare di Genova.
Hanno curato la mia disperazione il tepore famigliare respirato nella " casa dell'albero" (cosi' mi piace chiamare la casa di Barbara ed Alessandro) e le tantissime persone che ogni giorno hanno saputo essermi accanto con le giuste parole ed i giusti silenzi, con telefonate, visite, scritti...
Passata la "bufera"  i 2 genovesi hanno continuato ad essere famiglia seguendoci sempre con affetto ed amicizia sinceri finché piano piano, in modo naturale e spontaneo, si e' fatto strada il sogno di donare ad Agness una famiglia autentica e reale a tutti gli effetti : consapevoli delle tante difficoltà che avrebbero dovuto affrontare, Barbara ed Alessandro hanno cosi' iniziato un percorso non facile per l'adozione..., un percorso fatto di prove, tensioni, attese snervanti, che si e' finalmente concluso con l'abbraccio avvolgente che oggi hanno potuto dare alla loro "principessa nera"...
E il miracolo dell'amore continua...prova ne e' la gioia contagiosa che tale notizia ha regalato alle tante persone che in misura diversa si sono lasciate coinvolgere in questa vicenda.
A volte i miracoli esistono, a volte le favole diventano realtà, a volte, come dice Assunta, e'  necessario rieducare la nostra mente ed il nostro sguardo a mantenere l'attenzione sulla BELLEZZA che ci circonda e di cui ogni essere umano e' parte integrante e riempire le nostre cellule della sensazione/emozione che tale bellezza riesce a procurarci.
Zikomo kwambiri Agness! Zikomo Barbara ed Alessandro! E... Zikomo alla vita...!

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